amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

mercoledì 27 febbraio 2013

ILIR E GLI EFFETTI SECONDARI DEL VENTO - recensione di Raffaella Galluzzi

















ILIR  E GLI EFFETTI SECONDARI DEL VENTO
di Daniela Frascati
Illustrazioni Mary Villani



Genere: Per ragazzi

Trama:
Sul cucuzzolo di una montagna talmente alta da tagliare le nuvole, viveva il popolo delle Rogaie e il piccolo Ilir. Dopo secoli che quella minuscola gente fuggiva dal mondo smisurato dei giganti Orm, si era alla fine ritirata in cima a quell'alta montagna. In quel posto così alto e così lontano la vita scorreva tranquillamente ma iniziava e finiva lì: tutto il resto del mondo infatti era stato escluso e, sul cucuzzolo della montagna, il popolo di Ilir non aveva idea di cosa succedesse al di fuori del villaggio di Az. Meno male che c'era il vento Bri che raccontava al piccolo Ilir cosa succedeva nel resto del mondo.

Commento:
Ilir è un bambino piccolo piccolo, di appena venti centimetri di altezza, anche se fra i suoi coetanei è il più alto; abita in un mondo ai confini della realtà, sul cucuzzolo di una montagna rocciosa assieme agli abitanti del popolo nomade delle Rogaie, che vive raccogliendo erbe e ghiande. Lì si sono rifugiati tutti per sfuggire al gigantesco popolo dei giganti Orm, che sta radendo al suolo i boschi con le sue terribili creature di ferro, lasciando intorno solo deserto e desolazione.
Lassù il vento la fa da padrone, soprattutto Bri, il gelato vento del nord che per mesi e mesi sibila attraverso le fessure e le imposte delle abitazioni. Ilir scopre di avere lo stesso dono di una sua antenata, quello di capire le parole del vento. E così, durante quelle interminabili notti gelide, nessuno si nasconde più impaurito sotto i piumoni e le lenzuola, ma tutti si seggono attorno ad Ilir ad ascoltare i racconti del vento. Attraverso quei racconti conoscono un mondo che altrimenti sarebbe rimasto loro totalmente estraneo. E pare che i piccoli abitanti delle Rogaie, se ne stiano ancora lì, saldamente attaccati alla loro roccia, appagati di guardare dall'alto e da lontano il mondo, almeno finché Ilir sarà capace di farli sognare sulle ali del vento o fino a quando la curiosità di sapere e vedere con i propri occhi saprà vincere ogni timore.
Ilir e i suoi amici imparano ad interpretare il mondo e la natura ed a non temere il vento gelido e capriccioso dell'inverno, anzi, attraverso di esso, conoscono un mondo del quale non sospettavano nemmeno l'esistenza. Così anche il lettore di questo breve racconto, imparerà a non aver paura, a non temere l'ignoto e la diversità, ad aprirsi alla novità. Perché, come dice Bri, se non fossi qui a raccontarli con le parole di Ilir, quei luoghi che io attraverso non li vedreste mai. Non sapreste che il mondo e la gente è diversa eppure eguale in ogni parte della terra e, anche se in ogni luogo ha usanze e storie diverse, gli uomini piccoli o grandi, sono simili ovunque. Tutti devono mangiare, lavorare assieme per costruire città, e dividere tra loro la terra e le cose che producono se vogliono stare in pace. E, dunque, io vi porto le memorie e le storie di altri popoli e di altre genti perché sappiate che il mondo è di tutti anche di chi come voi vive in questa piccola città di Az, in un posto sperduto e solitario. Perché il mondo tanto grande faccia parte della vostra vita come fosse un interminabile sogno ad occhi aperti.
Un bellissimo messaggio d'amore e solidarietà che trova una concreta trasposizione anche nelle poetiche illustrazioni di May Villani.
 Età di lettura: 0-99 anni.
(Raffaella Galluzzi)

Della stessa autrice:
Nuda vita
Amori anomali 


domenica 17 febbraio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Daniela Frascati

http://it.paperblog.com/in-cucina-con-lo-scrittore-daniela-frascati-nuda-vita-e-le-prince-noir-1638269/



IN CUCINA CON LO SCRITTORE  Daniela Frascati
- Nuda Vita e Le prince Noir

Creato il 11 febbraio 2013 da Gnoma



Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore  Daniela Frascati - Nuda Vita – ed. Absolutely Free 2011, e l’antologia Le Prince Noir ed. Aìsara uscita in questi giorni - per averci aperto la porta della sua cucina.  

NUDA VITA - Delfina è una ragazza in coma a seguito di un incidente, chiusa in quello stato che i medici definiscono minimal responsive. Attorno a lei i personaggi che hanno fatto parte della sua vita e che cercano di riportarla alla coscienza. Ma ognuno di loro è prima di tutto a se stesso che parla, mettendo a nudo le meschinerie e le paure che stanno a fondamento di ogni relazione, in una rappresentazione della normalità che sconfina pericolosamente con il suo opposto, quella sottile e banale follia del quotidiano in cui siamo immersi. Fuori Delfina, un succedersi di storie e di colpi di scena. Dentro, l'inquieto vaneggiare di Delfina in attesa del risveglio. Ma se fosse proprio lei a non voler aprire gli occhi?
Le Prince Noir - Omaggio ad André Héléna Dodici gli scrittori italiani  (tra questi ci sono anch’io) che, ispirandosi ai romanzi più celebri del Principe scomparso quarant’anni fa, hanno messo a disposizione la loro creatività per raccontare storie tendenzialmente “forti”. Tra omicidi, prostituzione e ricatti, dunque, non resta che lasciarsi catturare dalle vicende torbide rielaborate dai nostri dodici autori.
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? 
- A chi non piace mangiare bene!? Certo. E ai fornelli non me la cavo male.
Lo fa per dovere o per piacere? 
- Ora che vivo sola, lo faccio certamente per piacere. Nel senso che, non dovendo approntare cene e pranzi quotidianamente, quando ne ho voglia mi coccolo con i piatti che mi piacciono di più.
Invita amici o è più spesso invitato? 
- Non saprei fare una statistica. Dipende dai periodi e dalle occasioni.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? 
- Gli amici mi fanno i complimenti e mangiano con appetito; e non ho mai indagato se le mie conquiste maschili nascessero da ciò che cucinavo. Spero fossero legate soprattutto ad altro. Non per sminuire la buona cucina, ma…
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? 
- Già fatto!
Quando ha scoperto questa sua passione? 
- Definirla passione è un po’ troppo. La passione è qualcosa di travolgente e irresistibile. Mi piace cucinare e mi ci dedico se ho amici a cena, o i miei figli, o se ho voglia di un piatto particolare.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? 
- Mi hanno sempre detto che da bambina ero famelica e quando ero molto piccola dovevano imboccarmi in due per evitare che strillassi tra una cucchiaiata e l’altra. Il mio primo ricordo, invece, è legato a un piatto che detestavo. Il brodo. Mi sono rifiutata di assaggiarlo fino all’età di sedici anni. Poi ho cambiato idea.
Ha un piatto che ama e uno che detesta? 
- Il cibo che detesto, per il quale provo quasi repulsione, sono le uova dei pesci, tipo uova di storione, di caviale, e in genere tutti i piatti “granulosi”, anche il cus-cus. Di piatti che amo ce ne sono troppi. Primi piatti e dolci, in maniera indiscriminata.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? 
- Non ho disgusti legati al colore del cibo. Qualche volta  è la presentazione del piatto, soprattutto al ristorante o quando sono ospite, che mi lascia perplessa e forse anche prevenuta.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, o una bibita speciale che l’aiuta a scrivere
- Quando sono in fase creativa prendo caffè, tè, mangio yogurt, budini, pistacchi, dolcetti…
Scrive mai in cucina? 
- Ho un cucinotto ben attrezzato e non c’è un tavolo. Ma non mi è mai piaciuto  scrivere in  cucina.
Dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? 
- Scrivo nella mia camera che è anche uno studiolo. Scrivo soprattutto il pomeriggio e la notte. Mai la mattina. Ho il cervello scollegato.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura? 
- Qualche volta a pranzo mi compro la pizza, il mio fornaio ne ha di tutti i tipi e  gusti. Ma anche cose dolci. Indipendentemente da se scrivo o no, il mio pasto principale è quello della sera. La cena me la preparo anche quando sono presa dalla scrittura.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive, salato o dolce? 
- I dolci mi piacciono sempre, ma sgranocchio anche cose salate, molto meno, però.
Lei è uno scrittore di narrativa generale, quando esce a cena con i suoi amici  che tipo di locale preferisce? 
- Mi piacciono i locali semplici e sono abitudinaria. Vado dove so che cucinano bene e posso fidarmi. Detesto la cucina cinese e amo la cucina giapponese. 
Cosa tende a ordinare in un locale? 
- Mi lascio ispirare dal menù e non rinuncio mai al dolce.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? 
- Dipende dal luogo della presentazione e dal tipo di pubblico.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? 
- In quelle che ho finora pubblicato no, ma ho un romanzo in progress dove il cibo è uno dei protagonisti.
Ad esempio in  “Nuda Vita” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Il cibo è mai protagonista? 
- No in questo romanzo niente cibo.    
“Nuda Vita” a che ricetta lo legherebbe, e perché? 
- Mi viene in mente un bel tiramisù, ma detto così e vista la vicenda sembra quasi grottesco. E invece, no. È una storia forte che ha bisogno di dolcezza.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio? 
- Non è quella che mi riesce meglio ma è semplice, veloce e squisita.
GALLETTI AL BRANDY  Semplice. Si prendono due galletti aperti,  si salano, si aggiunge pepe, un pò di cumino, anche una spruzzata di ariosto e si  lasciano a macerare nel brandy o nel cognac per qualche ora, meglio tutta una notte. Poi si infornano a 200°, aggiungendo olio e aggiustando il sale. Fanno tutto da soli e diventano buonissimi.
Quale complimento le piace di più come cuoco? 
- Direi quando mi chiedono la ricetta. Vuol dire che è piaciuta sul serio!
E come scrittore? 
- Il tuo romanzo l’ho DIVORATO!
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? 
- Per essere in tema di cucina, una ricetta da non portare nel cuore e neanche nel piatto - tratta dal mio romanzo in progress dal titolo provvisorio Amanita Phalloides – un fungo velenosissimo - che lascia capire come il cibo a volte può essere una magia – “Aspasia, poggiata al pesante tavolo di marmo, lo guardava mandare giù, con riluttanza, le prime cucchiaiate di minestrone. - È una mano santa per chi è intossicato da cattivi pensieri, la crema di Smirno: erbe cotte in acqua con sali d’ammonio, minutamente tagliate e condite con pepe, ligustico, cipolla e santoreggia secca. Poi si aggiunge olio, vino e la mia salsa segreta. Senti già come il sangue fluisce calmo dentro il tuo corpo. Ora devi abbandonarti alle delizie dell’oca in salsa apiciana.”
Grazie per la sua disponibilità   

sabato 16 febbraio 2013

L'Angelo di Hitler di William Osborne

http://www.i-libri.com/langelo-di-hitler-di-william-osborne.html


L'Angelo di Hitler di William Osborne
Recensione di Daniela Frascati


Titolo: L'angelo di Hitler
Autore: William Osborne
Editore: Sonda
Anno: 2012
Età di lettura: Dai 13 anni
L’Angelo di Hitler nasce come libro per ragazzi ma appassionerà certamente anche lettori più maturi.
William Osborne è alla sua prima prova come romanziere. Questa storia, però, non ha nulla delle incertezze e delle ingenuità dell’esordiente.
Sceneggiatore a Hollywood fin dalla metà degli anni Ottanta, dopo una laurea in legge presa a Cambridge, è stato autore di decine di film, tra i quali titoli di successo come "Sfida tra i ghiacci" (2001) e "Il re scorpione" (2002). Da questa sua esperienza ha mutuato la capacità di raccontare per immagini, trattenendo i lettori incollati alla pagina proprio come di fronte a una pellicola d’azione.
Continui colpi di scena, inseguimenti mozzafiato, dialoghi incalzanti quanto realistici, uniti a una sensibilità particolare nell’indugiare sulle emozioni e i dilemmi di tre ragazzini, appena adolescenti, coinvolti in una vicenda più grande di loro, ne fanno una storia di facile lettura e allo stesso tempo avvincente.
Siamo nell’Europa del 1941, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e Hitler è all’apice del potere. Otto e Leni, un ragazzo e una ragazza quattordicenni, riescono a fuggire in Gran Bretagna dopo che le loro famiglie sono state catturate dalle SS; quella di Leni perché ebrea, quella di Otto perché comunista.
Verranno scelti, con molto cinismo malgrado la giovane età, per la conoscenza del tedesco e le capacità dimostrate durante la loro avventurosa fuga, dall’ammiraglio MacPherson, il braccio destro di Churchill, per essere paracadutati in Germania in una missione che segnerà per sempre le loro vite e che potrebbe cambiare il corso della storia: rapire e consegnare agli inglesi Angelika, una ragazzina come loro, confinata in un convento della Baviera, la cui esistenza racchiude un terribile segreto.
Attraverso varie peripezie e atti di coraggio riescono a trarla fuori dal Convento e a scappare con lei in un’avventura che si farà ancora più rischiosa e incerta, perché costretti ad abbandonare il percorso pianificato dall’Intelligence inglese e a contare solo sulla loro abilità e ingegno. Scoperti e intercettati, e da Reinhard Heydrich e dalla sua squadra speciale, grazie ai poteri di un personaggio davvero suggestivo, realmente vissuto, Heydrich Straniak, sensitivo e astrologo, membro dell’Istituto del Pendolo, la branca delle SS dedita all’occultismo, in grado di rintracciare chiunque col solo aiuto di una mappa e di un pendolo, riusciranno ancora una volta salvarsi e anche se malconci proseguire la loro fuga attraverso una Germania messa a ferro e a fuoco.
In questo attraversamento dove la morte li attende ad ogni angolo, cominciano a prendere coscienza di come il destino di Angelika sia nelle loro mani e come questa ragazzina, inconsapevole del segreto che sovrasta la sua vita, sia per gli inglesi poco più di un oggetto, anche se prezioso, una semplice pedina nel gioco della guerra. Una logica alla quale i due ragazzi rifiuteranno di accondiscendere poiché, in questa storia carica di tensione e di adrenalina, sono anche altre le emozioni e i sentimenti che lo scrittore vuole suscitare tra i giovani lettori a cui il libro è rivolto. Così il coraggio, l’amicizia, la solidarietà sono valori fondamentali grazie ai quali i due adolescenti riusciranno a uscire salvi da questa avventura tanto più grande di loro, con la consapevolezza che la giustizia e la dignità delle persone, valgono più ogni altra cosa.