FILASTROCCA DELLA A
Ammainando la bandiera il corsaro Barbarbanera
Avvistò in mezzo al mare un veliero innaturale.
Arrembaggiò, urlò contento, lo accalappio in un momento!
Accostò il suo vascellone e saltò come un salmone
Accorgendosi all’istante che il veliero era volante.
Accidenti che sventura, qui mi tocca aver paura
Avvampò per lo spavento e fuggì in un momento.
Altolà, gli sbarrò il passo un pirata grangradasso
Alto grosso e inferocito e d’aspetto assai sgradito.
Affogatelo, urlò forte, ha giocato con la sorte
Annodatelo al pennone, che gli venga un coccolone
Appendetelo al sartiame, se lo mangi un pescecane!
Addio vita, addio speranza… ma cos’è sto mal di pancia?
Apre gli occhi il buon corsaro che neanche è marinaro
Andrea è invece. Un gran ghiottone che ha abusato del torrone.
Alleluia, urla contento ho sognato, che spavento!
Avventura con finale che finisce sul guanciale.
FILASTROCCA DELLA F
Filastrocca del cantante che con l’ugola rampante
Forza il suono del trombone e ci canta una canzone.
Fa,fa,fa, sol, sol, mi, do, il più bravo io sarò.
Folleggiava alzando il tono: di mia voce vi fo dono.
Fieramente compiaciuto si portò le mani a imbuto.
Fuoco e vento aizzò il tapino, incendiando il violino.
Fracassò con un acuto la viola ed liuto.
Folgorò col tono basso mandolone e contrabasso
Fece dunque un tal casino che si ruppe l’ottavino
Fino a che anche il fagotto frantumò in sol botto.
Frastornati dal rumore venne a tutti il mal d’umore e così…. scappò il tenore
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