Scritto, qualche anno fa, assieme a una mia carissima amica che ora non c'è più
FASC-in-AZIONE
di Daniela Frascati e Roberta Martinelli
Il Futurismo o almeno alcuni dei suoi esponenti, tra i quali senz'altro Marinetti e Mario Carli, scrittore minore ma impegnato in prima linea nella propaganda futurfascista a tutto campo, non ebbero remore né esitazioni ad attraversare tutte le varie fasi della costruzione del regime. Dal I dopo guerra in cui futuristi ed ex arditi di guerra formano le prime squadre che si scagliano violentemente contro le organizzazioni operaie e gli scioperanti, fino alla fase in cui il fascismo, attraverso le guerre di conquista propone come modello la Roma imperiale, e in cui i valori iniziali del futurismo vengono sostituiti dalla celebrazione della violenza tout court, dell'impero come segno della potenza della Nazione, dell'apologia della guerra come igiene del mondo.
" ....la guerra è bella perché grazie alle maschere antigas, ai terrificanti megafoni, ai lanciafiamme e ai piccoli carri armati, fonda il dominio dell'uomo sulla macchina soggiogata, La guerra è bella perché inagura la sognata metallizzazione del corpo umano " Marinetti - Manifesto per la guerra in Etiopia.
A questa prima fase in cui l'elemento ribellista del gesto e dell'azione esalta il virilismo e la potenza dell'uomo come idealizzazione dell'individualità creatrice, fa riscontro una fase di consolidamento del regime e di costruzione della civiltà fascista in cui il fascismo adulto, affrancato dal nuovismo e dal movimentismo culturale che lo aveva contraddistinto al momento dell'ascesa farà ritorno alla tradizione, all'ordine sociale, alla verità di regime.
" Se ci lasciano tranquilli per cinque o dieci anni, fra cinque o dieci anni l'Italia sarà irriconoscibile, avrà cambiato faccia ... " affermava Mussolini in un discorso del 24, e solo due anni dopo quando avrà ottenuto la riforma elettorale che abolisce il regime Parlamentare e dopo le leggi speciali del 25 nel fatidico discorso dell'ascensione, 26 maggio 26, che segnerà una tappa definitiva nell'affermazione del regime, e in cui sancisce il definitivo assetto della dittatura, affermerà fra l'altro " Abbiamo oggi tutte le forze vive della cultura, dello spirito, dell'economia e delle banche. Il regime totalitario, ma il regime che ha il più vasto consenso di popolo che sia nella storia "
Avvenuto il passaggio fondamentale, si è compiuta la perfetta saldatura tra l'ideologia borghese e patriarcale, con quella mistica fascista maschilista e viriloide, imbevuta di misoginia e di sciovinismo, che caratterizza il fascismo maturo. E' un sodalizio passato ormai attraverso il consenso delle grandi masse popolari, espropriate ormai totalmente della loro consapevolezza critica.
L'individuo ormai assorbito nel clan rinuncia ad ogni forma di responsabilità e delega al leader, al Duce ogni decisionalità sociale e politica.
La folla anonima e spersonalizzata diviene nelle adunate fasciste e ancor più nelle grandi rappresentazioni di massa del nazismo, elemento scenografico, drammatizzazione simbolica del regime, sublimazione quasi mistica dell'annullamento dell'io. La stessa distanza fisica del duce impedisce il controllo della reale-saggezza del capo a cui ci si affida, come l'alone azzurrino virtuale che avvolge Berlusconi e ne rappresenta la moderna distanza.
" Tanto più diventa impotente economicamente, socialmente, politicamente l'individuo nello stato di massa totalitario, tanto più importanti gli appaiono i capi che si prendono cura di lui; nella fede che questo avvenga sta la sua sicurezza psicologica. " Bertheleim.
E' in questa fase che la mistica fascista del lavoro, del sacrificio, del prestigio della nazione viene sostituita alle promesse di riscatto sociale dalla pesante crisi economica e materiale che attanaglia gran parte della popolazione.
" Bisogna a mio avviso deporre dal proprio cerebro l'idea che possano tornare i tempi di quella che si chiamava prosperità; la prosperità che diventa l'ideale della vita, come se gli uomini nella vita non avessero altro da fare che accumulare denaro.... " Mussolini.
Il bisogno di ordine il ritorno alla tradizione, l’instaurazione di una regola formale a cui far corrispondere un ordinamento sociale, segnò la definitiva caduta di quel rapporto bivalente che il fascismo aveva fino ad allora tenuto con le avanguardie artistiche.
Al valore della libertà è sostituito quello dell'ordine, all'uguaglianza verrà contrapposto il valore della gerarchia come ordinatrice sociale, al lavoro inteso come attività creativa, il senso pressante e opprimente della produttività.
L'apparato che il fascismo si costruisce non serve soltanto a trasmettere il comando e a consolidarsi al potere, ma ancor prima a costituirsi un consenso e se, in un primo momento, come abbiamo visto c'è un intreccio e un interscambio tra le forme artistiche e i contenuti d'avanguardia sociale che il fascismo intende promuovere, successivamente sarà addirittura istituito il Ministero della cultura popolare che s'incaricherà di coordinare e di promuovere vere e proprie campagne di regime per propagare la cultura fascista al popolo.
(continua)
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