Città dell’illusione,
prigione di bestemmie liriche e di frumento calante.
Sprofondo nella moltitudine cieca della tua gente
cullata dal presagio sonnolento dell’aldilà.
Satana ha costruito un trono d’avorio e carne
E senza vento la sera mi guarda fredda e immensa.
Dentro specchi incrinati
guerrieri immortali invocano un riflesso di fiamma
e carta insonne brucia dentro romanzi senza radici quotidiane.
Sopra tombe di granito nero vedove incompiute
distillano strascichi di vita
e dentro periferie ingrottate branchi di cani
mordono l’impurità terribile della loro solitudine.
Nella notte dell’anima
creature rapaci sottomesse alla morte
sfidano angeli smarriti e mostri necessari.
Nella trama del tempo una memoria interminabile m’accompagna.
Cento lunghi anni mi ascolterò
raccontarmi favole di biondi cavalieri erranti
per non udire l’inumano canto di fumo e di cieli agonizzanti.
La tua musica di fucili pazzi e di cattedrali ubriache.
E scuoterò i tuoi grattacieli con le mie mani nude
e denuncerò la congiura di un millenario omicidio all’animo perfetto della natura
e a ferro e a fuoco canterò la tua distruzione
città di merda
dentro le orbite incredule delle chitarre sonnolente.
Daniela Frascati
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