amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

martedì 26 aprile 2011

La prima rivista dedicata agli eBook, con approfondimenti, recensioni, interviste e tutto il meglio della produzione eBook italiana

Libri e recensioni - Amori Anomali

AMORI ANOMALI 
di Daniela Frascati


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    Genere: Amore e sentimenti

    Trama:
    Magia, misticismo e suggestione entrano con prepotenza in questi cinque racconti costruendo paradossi al limite e, a volte, al di là della logica. E' così possibile che, grazie a un rito magico, in sogno ci si possa mescolare e diventare un solo essere fatto di due anime. Ci si possa innamorare di una santa e uccidere per lei, si possa arrivare a compiere delitti efferati suggestionati da una credenza. Le protagoniste delle storie, che si sviluppano in ambientazioni anche temporali diverse, sono ragazzine adolescenti. La povertà affettiva in cui vivono le rende fragili entità in balia di un mondo dove non c'è nessuno a raccogliere le loro paure e a consolare la loro solitudine. Tutte convivono con la crudezza di un'esistenza marginale dove il disperato e struggente bisogno di amore, a volte al limite dell'anomalia, sembra essere l'unica possibilità per affrancarsi dal destino infelice che le ha segnate.

    Commento:
    Cinque racconti di difficile catalogazione quelli della Frascati, cinque storie il cui filo comune è sempre l'amore, o meglio, la mancanza di esso e la sua affannosa ricerca.
    Solitudine, tristezza, smarrimento, tentativo di evadare da una realtà triste e insoddisfacente sono le emozioni che l'autrice trasmette attraverso i suoi personaggi, ma grazie ad una penna delicata e uno stile particolarissimo, ricco di allegorie, simboli e sogni, il libro risulta comunque lieve e piacevole.
    Le storie si sviluppano alternando la triste realtà ad una sorta di mondo parallelo, non semplici sogni ma qualcosa di diverso e più misterioso, qualcosa che, in modo quasi arcano, riscalda l'anima e avvicina a quel sentimento tanto desiderato.
    Storie e ambientazioni diverse, per protagonisti totalmente differenti: dal collocatore alla suora, dalla giovanissima Anella alla dolce Maria Nives, per finire con Murid e Fiore (delicatissimo racconto!), in ognuna di esse la Frascati coinvolge il lettore, facendogli rivivere emozioni e timori e trasportandolo dal Bronx alla lavanderia di Li Tzung, fino al cortile di Casamance. Le descrizioni sono infatti così vivide e le emozioni così intense, che sembra di esser lì, accanto ai protagonisti.
    Una raccolta intensa e particolare, davvero molto bella.
    (M.G.) 



  • http://www.librierecensioni.com/libri2/amori-anomali-daniela-frascati.html



    martedì 12 aprile 2011

    Le recensioni di Bruno Elpis - Amori anomali di Daniela Frascati



    Le recensioni di Bruno Elpis  



    Amori anomali di Daniela Frascati

     
    Cinque racconti, cinque forti emozioni.

    “Il collocatore” nasce e si sviluppa come una poesia per la tenuità delle descrizioni psicologiche e paesaggistiche. Mentre lo leggo, sento il profumo della marmellata d’arance sprigionarsi dalle pagine. Solo che … solo che, a un certo punto, il racconto s’impenna. L’epilogo, sconvolgente, mi ha comunicato la stessa inquietudine che certi miti greci hanno provocato in me studente (e qui la mente va al mito di Crono e Urano).
    “Come vuole il destino”: è stato difficile riprendermi dal finale del racconto precedente. Ho dovuto rileggere le prime due pagine del secondo “amore anomalo” almeno un paio di volte (consiglio pertanto di leggere i capitoli uno per volta, non tutti d’un fiato come ho fatto io …), perché la mia mente stentava “a cambiar registro”. Tema difficile affrontato con tanta allegoria e non: la droga dei poveri (pratica diffusa anche tra i bambini nei paesi dell’est o nell’America Latina). Molto efficaci gli inserti che pennellano le allucinazioni di Maria Nives.
    “Amor anomalo”: già la dedica, a Frida Kahlo, la dice lunga. Confesso di averlo letto confidando che la bambina assediata risolvesse in altro modo il dramma del “diventare grandi”. Ho sperato fino all’ultimo in un miracolo del surrealismo. Ma non sono rimasto deluso, perché il lietofine sarebbe stato incoerente.
    “Cuore sacro”: racconto sottilmente iconoclasta. Citerò soltanto la sapiente scelta dei nomi: “Venerina Amorante” la protagonista stimmatizzata, “Convento dello Spasimo” il luogo dal quale Venerina viene  allontanata per essere relegata nel Bronx, “Missionarie della Ragione” l’ordine di appartenenza.
    “Amore ibrido”: storia sospesa tra la rappresentazione metafisica di una bidonville e il mistero che permea culture ancestrali. Ma Daniela che fai, ai tuoi racconti metti anche la colonna sonora? Qui, in sottofondo, sembra di sentire un ritmo africano di tamburi …
    O, dopo averti letto, sono diventato visionario?



    sabato 2 aprile 2011

    L'enigma Murakami by Crista Salvia on mar 28, 2011 in Bibliofollia



    L’enigma Murakami by Crista Salvia 


    Posted by Crista Salvia on mar 28, 2011 in Bibliofollia





    I salici ciechi e la donna addormentata.
    Nell’attesa che il suo ultimo e, a quanto si dice, sorprendente romanzo 1Q84, il cui titolo  ricorda  quello di una delle opere più famose di George Orwell, 1984 – in giapponese infatti la lettera «Q» [kjuː] si pronuncia come il numero 9 (kyuu) – venga tradotto anche in Italia dalla Einaudi,  è uscita, sempre per la stessa casa editrice, una raccolta di racconti, I salici ciechi e la donna addormentata.
    Sono 24 storie scritte nell’arco di circa venti anni  che navigano tra le tematiche e le atmosfere che hanno segnato la produzione di romanziere di Murakami Haruki, quella in cui lo scrittore dà, in assoluto, il meglio di sé. Situazioni, emozioni e personaggi condotti su diversi registri, dalla comicità all’assurdo, nei quali la nostalgia e il ricordo biografico, soprattutto il suo profondo legame con l’esperienza giovanile degli anni 60/70, fa da filo conduttore. Un riecheggiare la vicenda personale di quegli anni,  spesso presente nelle sue opere,  che molti non sembrano apprezzare, tacciandolo  di memoria morbosa per la storia di una generazione. Eppure, questa evocazione, ha prodotto il suo romanzo più struggente e doloroso, Norwegian Wood (Tokyo Blues), scritto tra l’86 e l’87.
    I salici ciechi e la donna addormentata, raccontano 24 situazioni straniate dentro una normalità meticolosa e iperreale fino alla rarefazione; attenta al poco, a ciò che ci accompagna nelle abitudini ripetitive e spesso solitarie, come soli sono i protagonisti. Ma  è  proprio l’eccesso di normalità  che li attraversa a ricondurli  alla sua produzione  più visionaria e inquietante.
    Chi non conosce Murakami fa forse fatica a resistere alla lentezza malinconica  del tempo che scorre dentro queste pagine. Una quotidianità minima di gesti, di incontri, di ritorni, di luoghi, dove incombe, sempre, la casualità  di coincidenze misteriose e ineluttabili.
    Chi invece conosce i suoi romanzi, uno per tutti L’uccello che girava le viti del mondo, un condensato per eccellenza della sua scrittura, sa come questa normalità è tanto allucinata e aliena  quanto le conturbanti trasfigurazioni oniriche di questa e di altre sue opere, perché, in Murakami, il reale e l’irreale sono dimensioni intercambiabili che governano il mondo.
    Alcuni considerano Murakami Haruki il meno giapponese degli autori giapponesi. Nelle sue opere si mangia italiano, si ascolta Beethoven e Puccini e tanta tanta musica pop, e il suo Giappone appare distante dagli stereotipi dell’immaginario tradizionale come da quello contemporaneo dei manga e delle ragazzine dai capelli scoloriti, in minigonna e calzettoni.
    Invece, le pagine di questo  autore raccontano più di altri scrittori suoi conterranei, l’inquietudine silenziosa di un paese post moderno, afflitto da un’immensa solitudine, infestato dai fantasmi di un passato arcaico che si aggirano nei luoghi quotidiani   della vita di ognuno. Nei bar, nelle panchine dei parchi, dentro i grattacieli di vetro, negli spazi lasciati vuoti o abbandonati dalle architetture urbane e, soprattutto, negli hotel, il luogo, per eccellenza, in cui lo scrittore, sembra toccare il fondo delle cose.
    Murakami sa far incontrare le ombre, dando corpo a percezioni appena sussurrate. E, da vero narratore, non dà spiegazioni agli eventi inspiegabili di cui intesse le sue storie. Li lascia sospesi tra le pagine.
    È un raccontare in cui cerca sempre un risarcimento alla perdita; di persone, di cose, di sentimenti chiusi dentro corpi impenetrabili e abbandonati a un flusso della vita che va verso un unico punto di non ritorno.
    Storie di identità, di solitudini, di  certezze che vengono meno. Ma anche storie in cui si racconta sempre altro, e questo altro è uno degli enigmi che interrogano il lettore.
    Murakani è dunque un autore “eccentrico” rispetto ai gusti che ci impone la produzione editoriale del nostro paese. Racconta la normalità e la stranisce dentro narrazioni parallele e speculari che dicono di un piano allegorico e visionario poco amato dai lettori, almeno così ritengono gli editori nostrani, che lo hanno ripubblicato dopo anni di silenzio e  solo quando, ormai, aveva conquistato un successo di vendite in tutto il resto del mondo.
    Qui, dove  il post verismo e il post neorealismo letterario vanno per la maggiore, con cadute in narrazioni ombelicali piatte come un'acqua stagnante, la capacità di rapire il lettore e portarlo ovunque come fa Murakami senza che gli si chieda perché e dove, è cosa rara ed evitata come peste. Eppure la vera letteratura, in ogni parte del mondo, si nutre di questo.


    http://www.scrittevolmente.com/2011/03/28/lenigma-murakami/