amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

domenica 30 ottobre 2011

Recensione: Nuda Vita dal blog Reading at Tiffany's

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011







di Daniela Frascati




Casa editrice:
 Absolutely Free
Pagine: 195
Prezzo: € 9,90
Formato: Brossura
Lingua: Italiano
Genere: Narrativa Moderna

Delfina è una ragazza in coma a seguito di un incidente, chiusa in quello stato che i medici definiscono minimal responsive. Attorno a lei i personaggi che fanno parte della sua esistenza: la madre, donna ingombrante e perfezionista; un padre lontano, mite e un po' egoista; un fidanzato inconsistente che nasconde una colpa terribile; la fisioterapista; le amiche. Una girandola di amici e parenti che si affolla sul guscio apparentemente vuoto della protagonista e, nel bene e nel male, porta avanti la sua vita. Eppure ognuno di loro è prima di tutto a se stesso che parla, mettendo a nudo le meschinerie e le paure che stanno a fondamento di ogni relazione, in una rappresentazione della normalità che sconfina pericolosamente con il suo opposto, quella sottile e banale follia del quotidiano in cui è immersa la nostra vita. Fuori Delfina, un succedersi di storie e di colpi di scena. Dentro, l'inquieto vaneggiare di Delfina in attesa del risveglio. Ma se fosse proprio lei a non voler aprire gli occhi?

In questo libro vi è un ritorno all’attenzione per le parole, ogni frase e ogni silenzio sembrano scelti con cura, usati quasi con riverenza, tanto che il testo a tratti sembra quasi poesia, pura e semplice. Le sonorità dei termini e l’uso della parola dell’autrice sono una perla rara in un mondo fatto di libri veloci e attivi, in questo romanzo si parla di un tema delicato, senza banalità e luoghi comuni, ma quasi al confine con il sogno. La narrazione è alternata, da una parte Delfina, che racconta in prima persona il suo sonno e il suo mondo interiore, dall’altra si avvicendano vari personaggi; genitori, parenti e amici che narrano quello che succede intorno alla ragazza e la vita reale che procede. Nuda vita, proprio di questo parla il romanzo, non di coma, ma della potenza e delle potenzialità dei rapporti umani, dell’esistenza non sempre lineare e dell’amore estremo, parla di scissione tra mondo interiore e mondo reale e dei viaggi che noi tutti in un modo o nell’altro compiamo, parla di vita vera senza illusioni e senza falsi perbenismi. Questo è un libro da leggere oltre le parole, perché a modo suo è di una potenza che riesce a colpire diritto al punto, toccante nel modo giusto ma con delle rotture che durante la narrazione riescono addirittura a sdrammatizzare e a far sorridere. Un romanzo intenso che merita sicuramente, narrato con sensibilità e acutezza anche se, parere personale, quando leggo un libro vorrei trovare altro, di vita reale e cruda se ne vede tutti i giorni fin troppa. Personalmente avrei preferito anche un finale un po’ più strutturato, questo, per quanto struggente, lascia l’amaro in bocca….ma forse nella vita è proprio questo che succede!

Durata della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: infuso alla mela
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Voto: 6/7

domenica 16 ottobre 2011

Ma tu perché scrivi? intervista a Daniela Frascati- dal blog Il diario della Fenice

Ma tu perché scrivi? intervista a Daniela Frascati

Una delle cose che amo di più di questo blog è la possibilità che mi da di entrare in contatto con artisti che stimo profondamente. la rubrica "Ma tu perché scrivi?" è nata per cercare di scoprire cosa sta alle spalle di un libro, di una storia, di un volto stampato su di un libro.
quando poi incontro persone come Daniela, capisco che ne vale davvero la pena: 
leggi delle parole e ti rimane molto di più dentro.

Daniela.. Ma tu perché scrivi?

Perchè scrivi?

Perché scrivere è una forma di rappresentazione, per stessi prima di tutto, ma è anche un modo per rappresentarsi il mondo e raccontare mondi. Poi, perché la scrittura è uno strumento che abbiamo a disposizione e di cui conosciamo, più o meno tutti, le regole, e dunque perché lasciare questa opportunità che ci appartiene fin da piccoli, da parte? Ho imparato a leggere e non ho più smesso, ho imparato a scrivere e ho continuato. Certo tra questo e dirsi o essere scrittrice o scrittore, ce n’è! Come per tutti gli strumenti c’è bisogno di affinamento, studio, ricerca, che vuol dire, prima di tutto, leggere, leggere e leggere ancora. Sopra questo, però, c’è la voglia e la passione di narrare storie e tirare fuori il mondo parallelo alla realtà che ci vive dentro. La scrittura è un filtro, un mediatore tra le emozioni e la capacità di elaborarle, di oggettivarle, di trasmetterle. È uno strumento molto mentale ma a volte lascia a nudo l’anima.
Ma scrivere è anche empatia, capacità di catturare colui che legge. Prenderlo per mano e portarlo ovunque. Non è da tutti, i bravi scrittori ci riescono, ma per fortuna anche quelli meno bravi riescono a trovare lettori che si muovono sulla loro lunghezza d’onda.

da dove trai ispirazione?

Il più delle volte da una frase che mi ronza intesta fino a che non la sento compiuta e giusta. Allora la scrivo e la lascio lì. Attorno a quella frase può nascere una storia. Siamo sovraffollati di memorie, di emozioni di cui percepiamo solo l’eco. Basta un profumo, una luce, un viso che ci passa accanto, perché comincino a produrre immagini, personaggi. Quella frase può essere solo un accenno o un’immagine singola, come lo scatto di una fotografia, e può restare per sempre un incipit già morto. Ne ho pieno il pc! Ma qualche volta accade che dentro ci sia proprio il quid che dà l’avvio a ciò che mi sta a cuore indagare in quel momento con una storia. E allora da lì parto. Spesso quando scrivo e il raccontare mi prende, ascolto musica. Pezzi, brani, che stanno a quella storia come la colonna sonora a un film. Così, per mesi e mesi, riempio pagine ascoltando sempre lo stesso pezzo; mi aiuta a tenere l’intonazione, a sentire l’atmosfera. Poi ci sono i sogni, i miei e quelli che mi faccio raccontare. Nella mia scrittura i sogni hanno una parte importante.

come definiresti il tuo modo di scrivere?

Che domanda difficile! Credo di avere una scrittura “calda”, carica di tutto quello che la nostra bellissima lingua italiana ci mette a disposizione. Non mi piacciono gli echi anglosassoni o nordici. Mi piace la dimensione mediterranea, se non nell’ambientazione, almeno nella ricchezza dei colori, delle metafore, nella ricchezza dell’aggettivazione. Per me è una continua ricerca. Una sfida. Una mania perfezionista. Scrivo poche pagine e poi leggo e rileggo. Decine di volte, fino a che non mi “risuona” l’emozione e questo lavorio mentale non diventa, alla lettura, scorrevole e naturale.
Nelle mie storie mi piace far incontrare le ombre, la nostra parte di ombra, quella che ci tallona dando corpo a percezioni appena sussurrate, a volte inquietanti, che non riusciamo o non vogliamo mai illuminare del tutto. Ma poi scrivo di tutto, racconti erotici, narrativa a sfondo sociale, romanzi, favole per bambini, come il prossimo libro che uscirà a giorni sempre per l’Absolutely Free, con i disegni di una bravissima illustratrice, May Villani, dal titolo Ilir e gli effetti secondari del vento.

cosa significa essere uno scrittore emergente al giorno d'oggi?

Significa tenere la testa appena sopra il filo del mare magnum dell’editoria, sperando di fare qualche bracciata prima di essere inghiottita nel risucchio della carta che va al macero. Io poi non so nemmeno nuotare!

qual'è la più grande soddisfazione ottenuta grazie la scrittura?

Quella di essere letta. Per chi scrive, quale soddisfazione migliore?! Ma ora, anche vedere le mie parole e la mia storia prendere forma nei disegni di May Villani. Questo libro illustrato mi ha dato una grande emozione, una gioia quasi infantile.

cosa ti spinge a continuare, malgrado le normali difficoltà?

Ho sempre scritto, anche quando non pensavo alla possibilità di pubblicare e non vedo perché dovrei smettere. Certo, è una fatica enorme arrivare sulla scrivania di un editore; ci vuole tenacia, aspettare tempi interminabili e una certa dose di fortuna, ma più di no non possono dirti. E quel no, non mi farà amare di meno ciò che ho scritto, perché in fin dei conti, la mia storia, è una parte di me.


martedì 11 ottobre 2011

Della Rivoluzione & Dei Nomi Impronunciabili Scritto da Daniela Frascati.



Della Rivoluzione & Dei Nomi Impronunciabili scritto da Daniela Frascati.


Qui c'è il mio pezzo  e questo è l'incipit



Filosofia. E niente firme d’autore, solo un affare personale, scolastico e di noia. Anche ai simboli ogni tanto tocca patire la sorte.
Ricordo di aver letto da qualche parte che viviamo tutti in un tempo paradossale, “propriamente assurdo, un tempo in cui si annuncia(va) l’assoluta insensatezza, e anzi la morte”. La frase era in un saggio sulla rivoluzione, un nome per molti ormai privo di senso.
Il concetto però è potente, in quelle parole c’è la terribile forza del nominare. Il nominare, come fu per Sabbetay Sevi, è atto di empietà, devastante, da cui non c’è ritorno. Ma nel contempo è svelare ciò che gli altri non possono o non vogliono citare.
Le parole sono uno specchio, rimandano all’infinito echi di altre parole e di parole di altri.
Le parole sbucciano i pensieri come gli strati di una cipolla, fino a un nucleo minimo, che è il buco nero della nostra esistenza di individui.
Solo chi è capace di rivoltarsi l’anima, di straziarsi le viscere e la mente, può reggere la disperata verità che sta nelle parole. E sono davvero in pochi.
Potrebbe riuscirci uno scrittore? (...)



http://www.kultural.eu/

giovedì 6 ottobre 2011

Le letture della Fenice: Recensione – NUDA VITA

Le letture della Fenice: Recensione – NUDA VITA


È una realtà ovattata quella di Delfina.
È un lento susseguirsi di parole, pensieri, parole e pensieri.
E ricordi: il ricordo della violenza, dell'ingombrante presenza di una madre mai soddisfatta della figlia, di un amore vero ma non totalmente vissuto, e dell'affetto di un padre troppo lontano.
È una vita piena di finzione quella di Delfina, spettatrice inconsapevole della commedia dell'esistenza, dove si avvicendano vari attori che le parlano, senza ricevere nessuna risposta.
Perché Delfina è a sé stessa che parla.
Ripercorre la sua vita, le difficoltà, le poche gioie,
in un turbinio di frustrazione e sconforto che porta a chiederti:
ma che differenza c'è tra il coma ed una vita in cui ogni decisione viene presa all'esterno della nostra anima?

Se il coma è separazione dalla realtà, dal controllo del proprio corpo e delle proprie azioni, non equivale forse al privarci del potere decisionale che ci permette di prendere la nostra strada, di costruire la nostra vita indipendentemente da ciò che gli altri credono giusto per noi?
Ed allora il coma e una vita in cui si sopravvive e basta, diventano due facce della stessa medaglia.

E quel risveglio tanto atteso diventa solamente l'ennesima illusione, un traguardo troppo lontano che non riusciamo, anzi, non vogliamo raggiungere.

Quella di Daniela Frascati è una storia cupa, triste, di quelle che ti lascia l'amaro in bocca e le lacrime agli occhi.
È la storia di una figlia che non riesce ad emanciparsi da questo ruolo, diventando donna.
È la storia di una madre che non riesce a liberare la propria creatura del peso opprimente della propria presenza.
È la storia di violenza, di menzogne, di vite spezzate da quella soffocante sensazione di “non essere mai all'altezza”.
È una storia che, insomma, sa di vita vera.

PS: il modo di scrivere della Frascati è semplicemente melodia.



 Le letture della Fenice



martedì 4 ottobre 2011

DA FANTASIA IN RETE - FILASTROCCHE SULL'ALFABETO di Daniela Frascati, Sergio Milano, Serenella Menichetti





Filastrocche sull'alfabeto di Daniela Frascati, Sergio Milano, Serenella Menichetti




Filastrocca della A

Ammainando la bandiera il corsaro Barbarbanera
Avvistò in mezzo al mare un veliero innaturale.
Arrembaggio, urlò contento, lo accalappio in un momento!
Accostò il suo vascellone e saltò come un salmone
Accorgendosi all’istante che il veliero era volante.
Accidenti che sventura, qui mi tocca aver paura 
Avvampò per lo spavento e fuggì in un momento.
Altolà, gli sbarrò il passo un pirata grangradasso
Alto grosso e inferocito e d’aspetto assai sgradito. 
Affogatelo, urlò forte, ha giocato con la sorte
Annodatelo al pennone, che gli venga un coccolone!
Appendetelo al sartiame, se lo mangi un pescecane!
Addio vita, addio speranza… ma cos’è sto mal di pancia?
Apre gli occhi il buon corsaro che neanche è marinaro.
Andrea è invece un gran ghiottone che ha abusato del torrone.
Alleluia, urla contento ho sognato, che spavento!
Avventura con finale che finisce sul guanciale. 

Daniela Frascati 


Filastrocca della F

Filastrocca del cantante che con l’ugola rampante
Forza il suono del trombone e ci canta una canzone.
Fa, fa, fa, sol, sol mi do, il più bravo io sarò
Folleggiava alzando il tono: di mia voce vi fò dono.
Fieramente compiaciuto si portò le mani a imbuto.
Fuoco e vento aizzò il tapino, incendiando il violino.
Fracassò con un acuto la viola ed liuto.
Folgorò col tono basso mandolone e contrabbasso
Fece dunque un tal casino che si ruppe l’ottavino
Fino a che anche il fagotto frantumò in sol botto.
Frastornati dal rumore venne a tutti il mal d’umore 
e così…. scappò il tenore 

Daniela Frascati 


Filastrocca della G 

Guarda un po’ cosa succede,
Giuro, è vero e già si vede,
Germogliare in mezzo al bosco
Grossi fiori...li conosco!!
Gigli, rose, tulipani, 
Gialli, rossi.. tutti strani.
Giunge intanto una canzone:
Grazie a voi per l'attenzione!!!". 

Sergio Milano 

Filastrocca della 


Sussurri, sospiri
di serpenti sui sassi.
Sussultano in aria,
ssentono smossi.
Un osso nascosto
il cane s'è morso.
S'accosta alla zampa
vicino a lui un tasso.
Il tasso che dorme,
dà un morso in un masso.
Lui, per questo, rimane un po’ scosso,
poi dice intristito,è meglio che" russo"
Così si rimette a dormire su un sasso.
Sussurri, sospiri dei serpenti sui sassi
ssentono insieme al tasso che russa.
Il cane cullato da questi russagli 
Ssdraia sui sass
ssogna la Sissi. 

Serenella Menichetti