amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

martedì 16 novembre 2010

XY di Sandro Veronesi

XY di Sandro Veronesi
recensione di Andrea Carraro -  Il Messaggero 15 nov.



Lo abbiamo già detto in altre occasioni: Sandro Veronesi è uno dei più validi narratori che calcano la nostra scena letteraria. Ce lo dimostra ampiamente quest’ultimo libro che ha appena pubblicato: XY (Fandango pp. 394, 19,50 euro), nel quale l’autore toscano maneggia una materia filosoficamente ardua (intrisa di assurdità e follia) e narrativamente sdrucciolevole per l’affastellarsi di personaggi e situazioni, senza mai cedere all’ovvio, al banale, al già detto. Massimo Onofri su Avvenire, recensendo il libro, arriva ad affermare  che “Veronesi è il Re Mida del romanzo italiano. Tutto quello che tocca diventa racconto a 24 carati”.  Dopodiché sgombra il campo dalla sin troppo ovvia ascendenza Kinghiana che potrebbero suggerire di primo acchito la storia e l’ambientazione: qui non si cerca di sciogliere la trama in un meccanismo purchessia di fiction, così depotenziandola dalle sue coordinate metafisiche. Qui l’orrore e il Male non si sciolgono mai, non trovano alcun riscatto spettacolare o horror, ma danno vita a “un’ardita e struggente meditazione – scrive ancora il critico viterbese - sulla possibilità del miracolo nel tempo del silenzio di Dio”. Ma andiamo con ordine. XY racconta di un paese montano di una quarantina d’anime, San Giuda, improvvisamente sconvolto da una strage, che avviene nei pressi di un albero, il quale appare agli sgomenti visitatori completamente ghiacciato e rosso di sangue. Le vittime sono una decina, tutte uccise in modi diversi e imprevedibilmente dissociati: chi soffocata da una crosta di pane in gola, chi barbaramente assassinata dopo sevizie, chi suicida con un colpo di pistola alla tempia, chi, addirittura, uccisa dall’attacco di uno squalo estinto da più di 2 secoli ecc. Ci sono due punti di vista: quello del sacerdote del paese, don Ermete, e quello di una psichiatra, Giovanna Cassion, a cui avviene un fatto altrettanto inspiegabile scientificamente della strage, e cioè la riapertura di una cicatrice provocata tanti anni prima dall’involontario taglio di un coltello da cucina. Svegliandosi la donna in un lago di sangue, e non sapendo darsi alcuna spiegazione razionale a quella ferita sanguinante, dopo aver consultato invano un medico, prende la decisione repentina di mollare tutto (casa, lavoro, compagno, genitori)  e seguire lo stringente appello di don Ermete di accorrere in soccorso della comunità minacciata nella sua fede e nella sua ragione. Veronesi nel libro si mostra consapevole fin troppo del fatto che la grande letteratura nasce sovente dal confronto/scontro fra razionale e irrazionale, e impiega il suon talento romanzesco non già per “spiegare” l’inspiegabile ma piuttosto per connettere, per amalgamare, per enucleare un senso più profondo al Male Assoluto che permea l’intera vicenda. In altri libri Veronesi schiaccia volentieri il pedale dell’ironia, se non propriamente del “comico”. Qui no, in XY si ride poco, perché, sembra suggerire l’autore, col Male Assoluto c’è poco da ridere.

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