amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

lunedì 21 marzo 2011

FASC-in-AZIONE

Scritto, qualche anno fa,  assieme a una mia carissima amica che ora non c'è più

FASC-in-AZIONE

di Daniela Frascati e Roberta Martinelli  

III PARTE                                                    

La  costruzione della civiltà fascista procede anche  attraverso la costruzione  meticolosa  di un immaginario  collettivo  che vede impersonare  nel Duce l'astrazione del  gesto estremo, dell'azione  e della potenza, espresse al massimo grado. Ecco quindi tutta l'iconografia grottesca,  oleografica e falso realista che trasmettono le immagini di repertorio dell'Istituto Luce.
La retorica  del gesto che corrisponde perfettamente a un'idea di rappresentazione di  sé che ha il fascismo e che si misura non solo  nella  grande arte di regime,  la pittura murale, intesa come pittura sociale  per eccellenza come la definisce lo stesso Sironi, ma  anche nelle espressioni culturali minori come  nelle  copertine della famosa Domenica del Corriere.
Tutto ciò corrisponde  a un  preciso  disegno immediatamente compreso da Mussolini e dal fascismo, cardine di una tecnica propagandistica d'avanguardia  capace  di penetrare capillarmente la  quotidianità.
Arte quindi come educatrice in mano al regime, arte  come incardinatrice di un  ordine sociale maniacalmente perseguito.
Nella seconda metà degli anni trenta trionfano in tutta Europa i classicismi più retorici e monumentalisti, segno non solo del totalitarismo, confermato dal classicismo dell'area sovietica stalinista, ma soprattutto di  un potere che sente il bisogno di affermare  ancora  una volta la propria autorità e stabilità di fronte alla precarietà di  un mondo che precipitava verso la guerra, che avrebbe spazzato via colonne, archi, frontoni e tutto il repertorio di retorica classicista.
In  Italia  il classicismo è scelto e usato  per  imprimere  il senso dell'ordine con canoni e modelli fissi eterni, immutabili; per dare  il  senso della durata, l'antico garantiva in questo senso, oltre che richiamo traboccante e retorico alla grandezza dell'impero.
Allo stesso modo il verticalismo degli edifici, l'altezza degli apparati nelle adunate, rappresentano simbolicamente il prolungamento,  la protesi del Duce, la visualizzazione dell'incombenza del potere.
Molti  intellettuali aderiscono e si assoggettano  al servizio del  regime fascista, alcuni  riescono a rimanere sopra  le righe  di un angusto  limite   ideologico grazie alla loro  geniale creatività, molti altri riescono a produrre spazi di libertà dove  agire oltre le intenzioni del regime, ed è quasi  sempre il caso dei razionalisti in architettura. In molti altri casi assistiamo ad uno  svuotamento della comunicazione,  un alleggerimento dei contenuti come in  molto  cinema  del periodo dei telefoni bianchi.
Quello che emerge dall'arte fascista  quando produce  al meglio della  sua   espressione come nel  caso di Sironi il tentativo  di ricongiungere arcaismo e monumentalità, in un'esigenza di comunicare  alle  masse  il  prestigio  dell'arte antica e  della romanità, escono prepotentemente dalle tele progenitori contadini e madri  monumentali,   in   cui  la figura della donna  ricondotta   a  ruolo,  a statua,  a figura femminile  progenitrice, partecipa  alla  costruzione  della nazione come riproduttrice di fasci.
Sironi crea l'iconografia del fascismo con uno stretto  rapporto tra  simbolo,  realtà, modernità; rapporto che successivamente perde efficacia fino ad arrivare al punto in cui gli stessi simboli schiacciano la rappresentazione del reale con una superfetazione del  senso del simbolico. ( prevaricazione del reale )
Il fascismo sa dare alle  masse che coinvolge nelle sue messe in scena l'illusione di essere soggetti attivi, partecipi di grandi eventi storici,  mentre di fatto sono solo masse inerti ed inermi nelle mani di  un  burattinaio che fa della politica una mera rappresentazione estetizzante  del potere.  L'estetizzazione della politica, come  dice Benjamin,  converge verso un punto: la guerra, come termine ultimo  in cui le masse possano ritrovare una loro definitiva collocazione.
" L'autoestraneazione dell'umanità ha raggiunto un grado che  le permette di vivere il proprio annientamento come un godimento estetico di  prim'ordine. Questo il senso dell'estetizzazione della politica che  il  fascismo  persegue. ” (L'opera d'arte al tempo della  sua riproducibilità tecnica )

Nessun commento:

Posta un commento