amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

domenica 13 marzo 2011

La chiesa, la strega, la donna.

La chiesa, la strega, la donna. 
di Daniela Frascati

(relazione, non proprio recente - Ratzinger era ancora cardinale - ma ancora attuale per la presentazione del libro Il gallo cantò ancora)

III PARTE   

Trasgredisce, insomma, e la sua trasgressione la trasforma in una malefica megera.
È proprio questo, che dalla Chiesa viene vissuto come l’usurpazione di un potere assoluto che a ben altri compete, ad armare la mano degli Inquisitori.
Così la misoginia della Chiesa affida ai suoi frati domenicani un potere che diventerà strumento terrificante di sterminio e di violenza, la sua sessuofobia ridurrà i corpi delle donne a luogo di ogni più tremenda disumana offesa.
Ogni alterazione, ogni devianza, verrà punita, cancellata, espiata solo con l’atto definitivo della morte; emendata con la fiamma purificatrice del rogo.
La donna e il demonio sono le vere ossessioni di questa chiesa che tenta in tutti i modi possibili  di mantenere il suo potere sulle anime e sui corpi.
Le streghe portano la dissoluzione dell’ordine perché obbedienti a un potere occulto, perverso, e incontrollato.
“ Se non ci fossero la malvagità delle donne, anche senza parlare di stregoneria, a questo punto il mondo rimarrebbe spoglio d’innumerevoli pericoli ”, asserisce uno dei tanti Inquisitori che imperversano in Europa.
“ Il concetto di stregoneria (…) non è assolutamente nato dalla fantasia popolare, bensì fu costruito e definito in maniera teorica, attingendo alle idee correnti (…) ma le tre componenti basilari del concetto di stregoneria il maleficium, il patto con il diavolo e l’eresia, furono soprattutto da ascriversi all’atteggiamento repressivo della chiesa nei confronti della sessualità e del corpo femminile.”
Così il 5 dicembre 1484 Innocenzo VIII, promulga la bolla Desiderantes affectibus con la conferma della caccia alle streghe e da’ l’incarico a due Inquisitori domenicani Institor Kramer e Sprenger “ di punire, incarcerare, correggere, le persone infette dal crimine della perversione erotica.” Nasce così la prima edizione del Malleus Maleficarum, trattato per eccellenza, che ordina e codifica i mille modi attraverso i quali le donne manifestano la loro potenza malefica, e i mezzi necessari a riconoscerla e perseguirla.
L’Esodo (22,17) dice espressamente che non bisogna lasciare in vita neanche una strega, e tale suggerimento  verrà atrocemente perseguito alla lettera.
Il Malleus, come dice Verdiglione nella sua introduzione all’edizione italiana, diventa quindi “ la traversata fantasmatica maschile della società occidentale intorno all’atto sessuale (…) ecco quindi che l’impensabilità del femminile, esplode in una misoginia senza pari”.
L’avversione contro le donne, sempre latente esplode in tutta la sua violenza.
Le giovani streghe venivano violentate dai carcerieri e dai preti. Nel nord d’Europa erano appese alla torre delle streghe, con le membra dilaniate dalle torture, per le quali furono inventati i più raffinati strumenti di sevizie, esposte al gelo, affamate e assetate, e infine arrostite a fuoco lento.
Per mezzo millennio, dal XIII al XVIII secolo, la chiesa manda al rogo le streghe. Nel 1678 l’arcivescovo di Salisburgo, in occasione di una grande moria di bestiame fece bruciare 97 donne; il vescovo di Bamberga 600; l’arcivescovo di Treviri, nel 1585 fece bruciare così tante streghe, che in due paesi vicini rimasero vive solo due donne.
Le donne accusate di stregoneria sono anche accusate di aver rapporti carnali con il demonio, il quale è in grado di soddisfare quelle voglie sfrenate che vengono attribuite loro.
Un preliminare abituale alla tortura, per indurre la confessione e verificare la sostanza delle streghe è il rito simbolico della rasatura dei peli del pube. Non solo si vuole infliggere un primo duro colpo a quel potere che nell’organo sessuale femminile ha sede, quello del piacere e della procreazione, ma violare, così, la loro più segreta intimità di donne. Un’umiliazione cocente che provochi una perdita d’identità e di conseguenza la sottomissione incondizionata al carnefice.
Le streghe diventano il capro espiatorio cui attribuire ogni colpa per tutti i mali che assediano il mondo. Se le pestilenze, le carestie, le morìe di bestiame, le avversità atmosferiche distruggono i raccolti, portano siccità, è senz’altro opera di satana che si manifesta attraverso l’opera delle sue adepte. E più la chiesa vacilla, chiusa nei suoi palazzi di potere, più si allontana dalla condizione di miseria sociale ed esistenziale della gente di quei secoli, più la strega, sarà l’unica riconosciuta,  e cercata, nella sua comunità, per la sua capacità di esercitare magistratura di consolazione, di comunicare con i morti, di aiutare i vivi.
“ Così – dice  Barthes – lungo tutto il declino del Medioevo, la strega è una funzione: essa è quasi inutile quando i rapporti sociali comportano di per sé una certa solidarietà, ma tanto più si sviluppa in proporzione all’impoverimento di tali rapporti: là, essi sono nulli e la Strega trionfa. La strega è dunque coscienza dell’alienazione, tentativo di spezzarla, sommovimento della storia inerte, in una parola fecondità del tempo.”
La chiesa  ha voluto, attraverso le streghe, cancellare tutti i significati del corpo femminile, trasformando totalmente il senso del contatto con il corpo. Attraverso i sacramenti e la liturgia si è voluta sostituire alla donna e alla sua capacità di accudire i corpi e di accompagnarli durante la loro esistenza.
Tutte le funzioni femminili hanno un riconoscimento allegorico nella ritualità della chiesa. Il battesimo, come nascita, l’eucarestia, il nutrire e il legare, l’estrema unzione, il pietoso accompagnare il morto oltre la vita.  Ma ogni elemento materiale della realtà e del vissuto, viene depotenziato e trasferito nella rarefazione del simbolo, investito di quella sacralità che le donne non hanno mai potuto esercitare, condannate come sono sempre state alle cose basse e sporche dei corpi, all’immanenza della carne che non potrà mai accedere alle funzioni del divino e del trascendente.
La chiesa, la grande madre per eccellenza, ha voluto espropriare alla donna persino l’unico ruolo attraverso il quale le abbia attribuito un’identità
E questa ginofobia della chiesa non finisce ancora di manifestare la sua terribile violenza persecutoria, e si perpetua ancora oggi, pure nella radicale sovversione delle condizioni sociali e culturali della modernità, attraverso la negazione di quell’autodeterminazione della donna, che attraverso la contraccezione e ancora di più con la legge 184, sull’interruzione di gravidanza, le consente di essere lei l’unica dispositrice del dare e negare la vita.
Per questo Ratzinger nel capitolo Morale e legge del L’istruzione sul rispetto della vita umana afferma, appellandosi all’autorità dello stato: Valori e obblighi morali che la legislazione civile deve rispettare e sancire in questa materia.
“Il diritto inviolabile alla vita di ogni individuo umano innocente, i diritti della famiglia e dell’istituzione matrimoniale costituiscono dei valori morali fondamentali, poiché riguardano la condizione naturale e la vocazione integrale della persona umana, nello stesso tempo sono elementi costitutivi della società civile e del suo ordinamento. E per questo motivo le nuove tecnologiche apertesi nel campo della biomedicina, richiedono l’intervento delle autorità politiche e del legislatore, perché un ricorso incontrollato potrebbe condurre a conseguenze non prevedibili per la società civile. L’intervento dell’autorità politica si deve inspirare ai principi razionali che regolano i rapporti tra legge civile e legge morale.”
Non commenterò queste parole poiché tutte e tutti ne sappiamo misurare la presunzione intransigente e la valenza integralista. Le ho volute ricordare a dimostrazione che la paura misogina della donna, che ha mosso la chiesa per duemila anni, non viene meno neanche di fronte alle acquisizioni della scienza e all’emancipazione della società.
Terminerò quindi con una citazione da Sant’Agostino che mi sembra un commento sufficiente.
“Questo corpo che avvolge l’anima è più oscuro di tutte le tenebre e peggiore di ogni lordura”




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