amorino alato

amorino alato
C’era in lei, tuttavia, un angolo segreto dove non arrivava il riverbero di nessuna luce. Da lì veniva quella voglia di tenere a bada il corpo e la materia che gli dava forma; lì fluttuavano profumi intensi e dolcissimi, e fruscinìo di sete leggere e il seno bianchissimo di Rosa la Parda. Lì, coltivava il giardino di un’altra vita che ogni tanto, a occhi chiusi o nel sonno, andava a visitare.(Amore Anomalo - daniela frascati)

sabato 12 marzo 2011

La chiesa, la strega, la donna.

La chiesa, la strega, la donna. 
di Daniela Frascati

(relazione, non proprio recente - Ratzinger era ancora cardinale - ma ancora attuale per la presentazione del libro Il gallo cantò ancora)

II PARTE 


È questa preponderanza del corpo, questa esuberanza della materia che non si concilia, secondo i padri della chiesa, con l’essenza spirituale del divino e delle sue funzioni a scatenare la sessuofobia delle gerarchie ecclesiastiche.
La vicinanza della donna ai corpi, il suo presiedere ai grandi momenti dell’esistenza, il nascere come il morire, la vicinanza con le sofferenze e con i patimenti quotidiani, il suo essere sempre lì, nei momenti topici della vita, la rende una pericolosa concorrente. Prendersi cura dei corpi e assistere le anime nelle disgrazie e nei dolori, la contrappone, in qualche modo, al potere pervasivo e inglobante della chiesa; è una barriera naturale, un baluardo, dietro il quale si mantengono ancora vive quelle tradizioni e quelle credenze pagane che insidiano la nascente chiesa.
Ma proprio perché alla donna è negata una vita sociale, proprio perché nella sfera pubblica le è inibito ogni diritto e ogni esercizio di potere, che lei tiene salda e consolida, la sua signoria sul focolare domestico.  È lei, infatti, che conserva le memorie e i saperi della famiglia, lei che costruisce relazioni e tramanda la conoscenza, lei che ancora porge l’orecchio a quelle residue divinità pagane che ancora vivono nella condizione dei borghi rurali e nella solitudine delle montagne, quelle divinità soccorrevoli e a portata di mano,  di cui diviene il tramite, e che la chiesa tenta di  cacciare ed espellere dal suo corpo, come espressione del male e di satana.
La donna è un essere ritmato con la natura. Fortemente legata come principio creativo alla madre terra, ai suoi cicli. Attraverso la potenzialità del suo corpo a generare, la donna tesse un filo continuo e profondo con la vita e le sue fasi. La trascendenza non è per lei pensiero astratto da ricercare in un oltre da sé assoluto e immanente, ma vive ed emana dalla sua  stessa  carne, per diventare creatura  e proiettarsi nel tempo oltre lei.
Questo legame con il mistero profondo della vita è ciò che destabilizza e spaventa ogni religione monoteista. La chiesa cattolica percepisce la natura della donna, addirittura, come antagonista di dio, la pone alla stessa stregua del demonio,  colui che vuole assurgere alla luce celeste del creatore, e che perciò verrà punito e precipitato per l’eternità nella tenebra del nulla.
Ma, più la chiesa rafforza il suo potere, più l’originaria ossessione del male e della sua presa sul mondo le si ritorce contro. Il funesto dualismo tra il principio del bene e del male, diventerà una fissazione talmente scardinante che la chiesa non farà in tempo a porre le basi del suo potere temporale, che già sarà costretta a combattere quelle forme di dissenso che, discostandosi dalla sua stretta e inflessibile coercizione dogmatica, ne minacciano l’impianto dottrinale. 
 Le sette e le eresie proliferano e si moltiplicano, attraversano il basso e l’alto medioevo, arrivano fino alle soglie dei lumi, s’intrecciano con i liberi pensatori e con il desiderio di essere artefici del proprio destino e arbitri della propria vita.
La chiesa vigila, condanna; le accuse sono precise, anche se non documentate e il più delle volte, semplice pretesto per riportare l’ordine gerarchico e confermare il principio indiscutibile di autorità.
E mentre il suo potere e il suo imperio si allargano attraverso sopraffazioni e nefandezze, la contrapposizione  fra Dio, supremo signore degli spiriti immateriali e il Demiurgo, creatore del mondo visibile, colui che porta con sé la liceità di qualsiasi azione e il disprezzo di tutte le leggi e le morali, diventa l’ossessione di questa chiesa. Anzi più si allontana dal carattere originario di chiesa di salvezza e di redenzione, che sa parlare agli umili e agli oppressi, più diventa sostanza e corpo di un potere temporale che dilaga e fa scempio di ogni morale e ogni misericordia.
Ma intanto, ovunque, in Europa dilagano culti e proliferano sette, ovunque la gerarchia vede attentati  al suo potere sulle anime e sente che la sua capacità di controllo viene meno, minacciando quel dominio temporale attraverso il quale ha già accumulato immani ricchezze e fondato un potere assoluto. È una chiesa che non sa né parlare con il popolo, né stare dentro i mutamenti sociali che la attraversano.
Così come in tutti poteri assoluti, quando vengono minacciati, si scatenano risposte violente e coercitive.
Urge porre un freno a questa miriade di culti e di misteri.
Così l’accusa di magia nera e di stregoneria e l’altrettanto ossessiva ricerca dell’eretico, diventano l’accusa con cui distruggere tutti coloro che osano uscire dalla ritualità ufficiale, che danno vita a enclave di libertà e di autogoverno rispetto ai principi dogmatici e accentratori della chiesa. Sono perseguiti, insomma, tutti quelli che osano formulare un pensiero nuovo o che ricercano un percorso autentico di fede  a partire dalla loro esperienza di vita e di comunità.
È in questo clima che nasce l’Inquisizione, il terribile Sant’Ufficio. Istituito  da Gregorio IV, nel 1233, per combattere le eresie che attraversano l’Europa, vedrà nella figura femminile della strega, l’eretica per eccellenza. Giovane o vecchia, strega o santa, la donna, è con il suo corpo, troppo vicina alla materialità e alle cose impure dell'esistenza per non essere il braccio armato di Satana nel mondo. Così l’Europa sarà attraversata per cinque secoli da un furore di annientamento e di sangue che farà salire al rogo, torturare, dilaniare, migliaia di uomini, ma soprattutto di donne, tanto che alla fine di questa persecuzione, lo sterminio ammonterà a quasi quattro milioni di persone.
In massima parte le streghe provenivano dai ceti più bassi del popolo, ma in quest’escalation di morte, nessuno più fu risparmiato, anche perché il Sant’Ufficio provvedeva a confiscare i beni dei mandati al rogo come eretici o come streghe.
Chiunque può essere accusato di stregoneria, basta un indizio banale, una moria di bestie, il malanno di un vicino di casa, con cui non si va d’accordo, un aborto denunciato, ogni cosa può essere traccia, segnale della presenza di una strega o di una congrega.
La credulità popolare è incoraggiata dalla suggestione che infiammati predicatori fomentano sulle piazze dei borghi; si tratta di individuare un capro espiatorio su cui riversare ogni colpa, per tutto il male che assedia  il mondo e placare, così, il panico collettivo generato da fenomeni naturali inspiegabili e terrificanti che rendevano precaria e insicura la vita di quei tempi.
 Ma mentre la chiesa predica la rassegnazione e la sottomissione all’imperscrutabile volere di Dio, promettendo una ricompensa ai dolori terreni nella futura vita celeste, c’è chi, come quelle donne  che hanno acquistato esperienza nella raccolta e nell’uso di erbe medicinali, attingendo al sapere empirico della tradizione, cercano rimedi utili ed efficaci..
Le streghe sono, dunque, donne normali, giovani, anziane, sposate, vedove, alcune di famiglia agiata, che fanno uso del loro buon senso e della loro conoscenza affinata nel corso del tempo e tramandata di madre in figlia, nel tentativo di lenire le sofferenze della gente comune.
La strega è comunque una donna che ne sa di più, è una donna che non sta al suo posto, è un pericolo sociale e uno scandalo, che sovverte l’ordine patriarcale pretendendo di sapere e di usare questa sapienza.
È quindi una minaccia, che vuole usurpare all’autorità religiosa il  monopolio del suo ruolo consolatorio. Di fronte alla società in cui vive questa donna emancipata rappresenta il benefico strumento della natura. Trasforma erbe velenose in rimedi per sollevare dal dolore e ridare salute vigore al corpo. Aiuta a far nascere e accompagna nelle sofferenze verso una morte meno feroce, dà consigli di buon senso per riconquistare i mariti traditori, o conquistare amanti, accompagnandoli, forse un po’ troppo improvvidamente, con strane litanie e giaculatorie, esce comunque dal ruolo domestico cui era da sempre destinata, per conquistarsi un posto di rilievo nella comunità in cui vive. (continua)

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